Tempi duri per chi stampa quotidiani con la caduta delle copie vendute in edicola per la crisi e per la concorrenza dell’informazione digitale. Così, dopo la grande corsa vent’anni fa a realizzare centri stampi distribuiti nelle principali regioni italiane, adesso sta avvenendo l’esatto contrario. Ovvero una centralizzazione delle commesse per tagliare i costi e razionalizzare la rete distributiva. Di questa nuova politica restrittiva ha fatto le spese lo stabilimento tipografico dell’Arena di Verona che dal 15 maggio ha perso la commessa di stampa delle copie del Sole24Ore destinate al Nord Est, perfettamente raggiungibile da altri capoluoghi a cominciare da Bologna. Dove, 22 anni fa, per primo aprì un centro stampa delocalizzato il gruppo Colasanto, presto imitato da altri concorrenti. “Ma adesso – racconta lo stesso Luca Colasanto (foto), alla guida di quello che, con la crisi del gruppo Seregni, è ormai il principale stampatore di quotidiani italiano con 14 centri stampa, compreso quello di Bruxelles, e circa 280 dipendenti – è cominciata la fuga anche da Bologna”. Colasanto, a differenza dell’Arena, ha incassato il rinnovo della commessa di stampa del Sole24Ore per i centri di Bruxelles, Bologna e del Poligrafico Sannio di Benevento. Il “Sole” è uno dei grandi quotidiani stampati dal gruppo romano insieme con Il Giornale, Corriere dello Sport, Corsera e Gazzetta, solo per citare i principali. Stampati anche a Bruxelles insieme con grandi testate internazionali come il Wall Street Journal, il Financial Times, l’International Herald Tribune. Di queste, alcune, come il Financial Times, vengono stampate anche nel nuovo centro realizzato da Colasanto un anno e mezzo fa a Villasanta, in provincia di Monza e Brianza, dove si esaudiscono anche le commesse per il giornale della Cisl, l’Opinione, il Foglio. La situazione del mercato, spiega sempre Colasanto, non è facile ed è stato necessario tagliare anche le commesse di piccoli giornali, a volte anche di partito, che non onoravano i pagamenti mentre smentisce che sia in trattative per rilevare la commessa di stampa nell’area milanese del Giornale, ora affidata al gruppo Seregni. “Per fortuna – aggiunge Colasanto – gli investimenti ciclopici realizzati in questi ultimi due anni (circa 20 milioni di euro) ci hanno permesso di essere ancora più competitivi e di elevare ulteriormente la nostra qualità di stampa, molta apprezzata dalle testate internazionali che hanno ancora molte pagine di pubblicità del lusso”. Nonostante sia riuscito a restare competitivo (con investimenti in nuove rotative Goss a Villasanta e Bruxelles e Kba a Bologna e Carsoli in provincia de L’Aquila) anche il gruppo Colasanto è costretto a ridurre i costi per affrontare il forte ridimensionamento del mercato della stampa di quotidiani. Così è allo studio una riorganizzazione e razionalizzazione dei centri stampa che dovrebbe comportare una riduzione da 14 a 13 o 12, concentrando per esempio le società, a cominciare dai due poli di Carsoli.
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