Avevamo iniziato da subito a mettere in evidenza il ruolo essenziale che stampatori e intera filiera della stampa avrebbero avuto nel periodo pandemico e nel primo lockdown. Tanti esempi raccontati da giornali, social, e da noi raccolti in una mappa che già a fine marzo evidenziava l’importanza della stampa. La capacità di convertire le linee produttive e di diventare utili alla realizzazione di sistemi di protezione, di distanziamento, e successivamente di segnalazione su come comportarsi in negozi, supermercati, luoghi pubblici. In tutto il mondo si è detto grazie agli stampatori. Le associazioni della filiera hanno lavorato per valorizzare il segmento.

Anche il nostro Governo se ne è accorto. La parola ‘stampa’, che spesso viene abbinata al concetto di un mondo vecchio, si ritrova a essere inserita in quelle pagine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che vogliono essere l’incipit a portare un new normal nel nostro Paese fatto di innovazione, digitalizzazione, rivoluzione verde, inclusione.

Nel documento portato all’approvazione del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio, infatti, nelle pagine in cui si specifica la struttura del PNRR relativamente alla Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura si legge che la prima componente di questa missione riguarda la digitalizzazione e la modernizzazione della PA, mentre la seconda componente “…riguarda l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese (Transizione 4.0), ivi comprese quelle del comparto editoria e della filiera della stampa…”.

E’ una opportunità che va sfruttata. Che gli stampatori devono poter utilizzare al meglio perché la Transizione 4.0 diventi occasione di essere ancora più innovativi nei prodotti destinati al mondo dei brand e ancora competitivi sui mercati internazionali.

Un piano da oltre 200 miliardi

Il Piano si articola in sei missioni, che rappresentano “aree tematiche” strutturali di intervento:

digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
rivoluzione verde e transizione ecologica;
infrastrutture per una mobilità sostenibile;
istruzione e ricerca;
inclusione e coesione;
salute.

Nell’insieme, le missioni raggruppano sedici componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo, che a loro volta si articolano in 47 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti. Le risorse complessivamente allocate nelle sei missioni del PNRR sono pari a circa 210 miliardi di euro. Di questi, 144,2 miliardi finanziano “nuovi progetti” mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere” che riceveranno, grazie alla loro collocazione all’interno del PNRR, una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa.

 

Il primo 70 per cento delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023. Il piano prevede inoltre che il restante 30 per cento delle sovvenzioni sarà speso tra il 2023 e il 2025.