La lettera è stata spedita dalla Elcograf la settimana scorsa e dovrebbe essere arrivata in questi giorni sul tavolo del liquidatore, assistito dall’advisor legale avv. Giovanni Simone e finanziario dott. Andrea Nannoni, incaricato di gestire le sorti di Roto2000 a seguito delle note vicende (v. notizie correlate). I contenuti della missiva sono ovviamente coperti da riservatezza ma, conferma Maurizio Vercelli, direttore risorse umane e affari legali del gruppo Pozzoni, contiene una proposta giuridicamente vincolante per rilevare l’azienda di Casarile. Un’azienda con circa 120 dipendenti (oggi in cassa integrazione dopo la cessazione dell’attività all’inizio dell’anno), oltre 30 milioni di euro di ricavi, un moderno parco macchine composto da due Rotoman a 16 pagine, una a 32 pagine e due Lithoman a 80 pagine, commesse dall’editoria (libri e riviste) al mondo commerciale (dai cataloghi per i tour operator ai volantoni della Gdo) che aveva risentito meno di altre della generale crisi del mercato. Non si sa se oltre a quella di Elcograf siano arrivate altre offerte (nei mesi scorsi si era vociferato di manifestazioni d’interesse da parte di Grafica Veneta e di DeAprinting) ma quella del gruppo Pozzoni (la proposta è stata fatta al termine della due diligence durata un paio di mesi) potrebbe rappresentare una svolta per il salvataggio di Roto2000.  Intanto, come segnalato in altra news su Stampamedia, alla Elcograf di Verona (ex Mondadori Printing) è tornato un po’ di sereno sul fronte delle relazioni sindacali. Il 30 aprile, infatti, è passato con il 62% dei sì dei dipendenti chiamati a votare il referendum, l’accordo che prevede, per contenere i costi dell’azienda e renderla più competitiva sul mercato (soprattutto sul fronte delle commesse estere) la soppressione di quanto previsto dal contratto di secondo livello. Un taglio di prestazioni non più compatibili, spiega Vercelli, con l’attuale momento di difficoltà del mercato, e in parte compensato dall’introduzione di un nuovo premio basato sull’ottimizzazione dell’orario di lavoro. L’accordo dovrebbe essere propedeutico a recuperare quella efficienza produttiva che potrebbe servire anche a far superare l’attuale fase che vede da inizio gennaio il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per 300 dei 500 dipendenti con una rotazione che interessa mediamente una sessantina di operai per volta.”