Quasi 170 partecipanti da 20 Paesi diversi hanno preso parte lo scorso 11 maggio a Vienna, in Austria, alla prima conferenza dedicata agli utilizzatori delle macchine da stampa digitale Konica Minolta. Quasi inesistente – un partecipante – la presenza italiana a fronte, invece, di una massiccia rappresentanza di aziende americane (una trentina) e di altri Paesi europei, come Francia, Gran Bretagna e Germania.

La comunità indipendente di utilizzatori Konica Minolta si chiama Prokom ed è nata circa tre anni per offrire ai membri di tutto il mondo l’opportunità di fare network, imparare e far crescere la propria attività in un mondo multicanale.

“Prokom ha iniziato la propria attività con un focus sull’Europa ed è per questo che per il primo evento è stata scelta Vienna, una delle più affascinanti città del nostro continente”, ha commentato Andy Barber, direttore generale di UK Mail e presidente di Prokom. “Tuttavia stiamo assistendo a un’incredibile crescita nel numero dei membri del Nord America e del Canada, oltre a un supporto in aree come la Russia. Il significativo interesse dimostrato dagli Stati Uniti a questo primo evento è un chiaro segnale che la nostra associazione ha delle potenzialità che sconfinano in altre regioni del mondo.”

Il futuro del digitale è la stampa!

Il convegno, della durata di un’intera giornata, ha visto alternarsi sul palco una serie di autorevoli relatori ed esponenti del settore che con i loro interventi hanno stimolato la riflessione dei presenti, suggerendo a volte anche nuovi modelli di business.

Andrew Davis (in foto), consulente e autore di un libro di marketing di successo (“Brandscaping: Unleashing the power of partnerships”) ha spiegato come è possibile estendere la vita di un contenuto digitale e valorizzarlo utilizzando la stampa, all’interno di un ciclo di vita che secondo lui comprende tre tappe: digitale, stampa e mobile. Invece di avere un atteggiamento di scetticismo di fronte ai nuovi media, Davis ha fatto luce sulle opportunità create da un innovativo utilizzo di Internet, citando vari esempi.

“Viviamo in un mondo dove siamo bombardati di informazioni tutti i giorni, 17 nuove pagine web vengono create ogni secondo, ma questa deve essere vista come una grande opportunità, non una minaccia”, dice Davis. “Dobbiamo essere parte dell’informazione che siamo in grado di consumare e non dobbiamo sentirci in dovere di difendere la carta stampata, che è tutt’altro che morta: dobbiamo semplicemente cambiare il modo in cui vendiamo gli stampati e invertire il nostro pensiero: il futuro del digitale è la stampa!”

Davis ha citato come esempio il sito americano di Printstagram, che permette di stampare in diversi formati le foto postate su Instagram (80 milioni di foto postate al giorno), trasformandole in cartoline.

Come ha ricordato Davis, il 55% dei brand sta investendo nella creazione di contenuti. Ad esempio Red Bull ha creato dei bellissimi video promozionali che ha poi riproposto su carta nella forma di un magazine dal titolo “The Red Bulletin”.

“Coca-Cola non ha una rivista stampata per promuovere tutte le proprie attività”, ha ricordato Davis, “e questo significa che tutti voi stampatori potere attingere al mondo digitale per nuove opportunità di business.”

Il ruolo della comunicazione sul punto vendita

Steve Lister, responsabile dello sviluppo dei brand in Konica Minolta Marketing Services, ha spiegato come la stampa e il marketing, se abbinati, interagiscono e si influenzano a vicenda per accrescere l’impatto della comunicazione.

Lister ha parlato del retail “esperienziale” e di come si deve catturare l’attenzione dei consumatori sul punto vendita. Partendo dal presupposto che chi va a fare la spesa in un supermercato ha spesso gli occhi puntati verso il basso, perché magari sta guardando il cellulare, i display per avere successo vanno posizionato per terra, sfruttando ad esempio la grafica 3D. Ad esempio, Pantène ha creato una grafica 3D per promuovere i propri prodotti cosmetici, riscontrando il +220% di impatto rispetto alla grafica da pavimento 2D utilizzata fino a quel momento. Un’applicazione analoga è stata realizzata da Heineken e Magnum.

E perché non usare il design per richiamare l’attenzione su un prodotto, come ha fatto Cif, che ha posizionato i proprio detergenti per bagno in espositori “ambientati” che richiamano alla mente l’idea del bagno o della doccia? Oppure dotare gli espositori di lucine LED che si accendono al passaggio del consumatore, come ha fatto Knorr per promuovere i propri dadi e differenziarsi dalla concorrenza. O ancora puntare su espositori 3D da scaffale (sempre Heineken) per rendere il prodotto più visibile.

Insomma, l’importante è essere creativi, ha detto Lister, ricordando che a influenzare il futuro del retail sono sempre più i consumatori e le loro abitudini. Senza dubbio l’utilizzo sfrenato dei telefoni cellulari avrà un forte impatto sul mondo del retail: più delle metà di tutte le persone al mondo utilizza uno smart phone.

Basti pensare alla realtà aumentata, che connette brand e consumatori e che, si dice, verrà implementata nella nuova generazione di Apple iPhone. Oppure al NFC, acronimo di Near Field Communication, che significa letteralmente comunicazione di prossimità ed è un’evoluzione della tecnologia RFID che opera a una frequenza di 13,56 Mhz, consentendo una connettività wireless sicura tra due dispositivi, con relativo scambio di dati.

La trasformazione dello stampatore in un fornitore di servizi in grado di proporre campagne multicanale (social network inclusi) è stato l’argomento al centro di una tavola rotonda ed è stato ripreso da più interventi nel corso della giornata.