La notizia non sarà certo stata accolta con gioia dagli stampatori, ma segna un trend non nuovo. Quello, anche per la scelta green di ridurre l’impatto ambientale riducendo l’utilizzo della carta, di passare dal catalogo stampato sempre più a quello digitale.

Una scelta fatta da un gigante come il gruppo svedese Ikea, che oltre a essere leader al mondo nel settore dell’arredamento lo è anche per il numero di copie stampate e distribuite del classico e sempre atteso catalogo. Che anche quest’anno è arrivato puntuale a fine agosto ma, diversamente dal passato – e non solo in Italia – non è stato distribuito a pioggia nelle case dei potenziali clienti di Ikea (come si fa con gli elenchi telefonici) ma solo a un panel personalizzato di indirizzi.

La scelta di ridurre la distribuzione è stata motivata dal gruppo svedese – che l’ha annunciata e spiegata con una campagna ad hoc, da Internet ai giornali alla tv (“Quest’anno il catalogo Ikea non ti arriverà a casa…”) con l’impegno a limitare l’impatto sull’ambiente. Ma dietro ci sarebbe anche la volontà di abbassare le spese di marketing all’interno di un piano di riduzione dei costi per un recupero di redditività.

Come detto la strategia di riduzione delle copie cartacee non riguarda solo l’Italia. In Danimarca l’agenzia Hjaltelin Stahl ha ideato la campagna OOH ‘The Missing Collection’ in cui i prodotti si vedono in trasparenza mentre in Spagna McCann ha scelto di fare ‘spoiler’ presentando il catalogo come se fosse una serie TV.

Un’altra novità del catalogo 2020 di Ikea (circa 300 pagine) è il font Noto progettato da Google per essere il più universale del mondo ed essere visivamente armonico in tutte le lingue. Fedele alla propria idea di un futuro sostenibile, per cui a partire dal 2020 Ikea venderà solo prodotti in plastica ricavata da materiali rinnovabili o riciclabili, ma anche sempre più impegnato nello sviluppo delle vendite online (aumentate nell’ultimo anno del 50% e che rappresentano ormai oltre l’8% del fatturato totale), il gigante svedese ha ridotto il numero di copie stampate destinate a una platea minore di clienti a cui inviarlo e disponibile invece sempre nei negozi così come online sul sito.

Dire addio in parte al catalogo Ikea ricevuto a casa interrompe una tradizione che vanta anni e anni di consuetudine. Del resto il catalogo Ikea è addirittura nato prima (era il 1951 e aveva sedici pagine) del negozio (1958 in Svezia) perché la società fondata da un giovanissimo Ingvar Kamprad era partita con la vendita per corrispondenza. Da allora il catalogo Ikea è diventato il primo al mondo per numero di copie stampate e distribuite (fino a superare i 210 milioni) guidando anche in Italia la classifica dei principali distributori di cataloghi cartacei (anch’essi interessati da una riduzione delle tirature ma senza tagli drastici come quello operato da Ikea) che vede tra gli altri Mondo Convenienza, Castorama, Leroy Merlin, Toys, Bottega Veneta, Geox, Stefanel, Benetton, Primigi, Stanhome.

Sebbene il gruppo svedese sia molto riservato nel diffondere notizie e numeri, fonti di mercato sostengono che già da qualche anno il numero complessivo dei cataloghi stampati si era ridotto sotto i 200 milioni di copie. Più vicine a 150 e circa 5 milioni delle quali per il mercato italiano, che vede come stampatore di riferimento la Elcograf del gruppo Pozzoni premiata dal gruppo svedese per la sostenibilità nella stampa del catalogo (con l’utilizzo al 100% di energia da fonti rinnovabili) con i Tulip Award. E che avrebbe registrato, sempre secondo fonti di mercato, in seguito alla scelta green e digitale di Ikea, un taglio per il catalogo 2020 di circa il 30% delle tirature. Quindi circa 1,5 milioni di copie in meno dal costo attorno ai 50 centesimi a copia per stampa e carta al quale aggiungere quello per la distribuzione.