“Print it to believe it” è il leitmotiv dell’Experience Day organizzato da HP a Barcellona il 21 e 22 settembre per una fascia di clienti selezionata. 46 aziende europee, di cui 17 italiane, tra queste una maggioranza di stampatori offset che non hanno ancora investito nella tecnologia di stampa digitale. Due le tecnologie nel mirino: la HP Indigo 10000 e l’inkjet web Press T230, in funzione nel nuovo show room di HP a Sant Cugat.

Ad aprire i lavori Gido Van Praag, Emea Gsb general vicepresident, che ha incentrato il proprio intervento attorno a due concetti fondamentali – innovazione e cambiamento – ricordando in apertura il grande passo, operativo dal prossimo 1° novembre, di scissione tra HP Enterprise e HP Incorporated, quest’ultima legata al mondo delle arti grafiche. “L’innovazione è la linfa vitale di HP”, ha spiegato Van Praag, “e non tocca solo l’aspetto tecnologico, ma un intero ecosistema che inizia con gli stampatori e finisce con i loro clienti, i print buyer”.

Le tecnologie protagoniste dell’Experience Day, come si diceva all’inizio, sono state essenzialmente due – elettrofotografia a colori basata sull’utilizzo dell’ElectroInk (soluzioni HP Indigo, in particolare la HP Indigo 10000 in formato 50×70) e stampa a bobina inkjet ad alta produttività (inkjet web press). In pratica il top di gamma che in questo momento HP può offrire a tutti quegli stampatori offset di fascia medio-alta che ad oggi non hanno ancora spiccato il volto verso il mondo digitale.

A incoraggiare i futuri utilizzatori europei di macchine da stampa digitale due testimonial italiani – Giovanni Antonuzzo di Rotomail ed Emanuele Bandecchi di Rotolito Lombarda, che sono stati pionieri nell’adozione del digitale e che oggi vantano un parco macchine digitale di tutto rispetto targato HP. Ma – come è emerso da entrambe le testimonianze – per essere vincenti e giocarsi con successo la carta del digitale non bastano le tecnologie di stampa, bensì è necessario strutturarsi a monte, dotandosi di un workflow in grado di gestire e monitorare con efficienza un numero di commesse molto più elevato rispetto a quelle dell’offset, in tirature più basse e con la possibilità di personalizzazione. “Automazione”, come ha ricordato Antonuzzo, “è la parola d’ordine quando si parla di workflow e noi per il business del book on demand abbiamo realizzato un software ad hoc, battezzato Bronte, in grado di gestire il flusso di lavoro dal caricamento del file alla piena integrazione con i sistemi di stampa HP, passando per il preflight e la gestione dei pagamenti online”.

Il digitale per Rotolito Lombarda rappresenta ancora una piccola percentuale dell’intero business, ma come ha dichiarato Emanuele Bandecchi, il più giovane dei figli di Paolo Bandecchi, presidente e ad dell’azienda, responsabile proprio della divisione di stampa digitale, “il digitale raddoppia anno dopo anno e ci permette di entrare in nuovi segmenti di mercato, come quello dei quotidiani e dei flyer per la Gdo, che potrebbero affiancarsi al nostro core business, ossia la stampa di libri”.

L’evento di Barcellona, che ha visto la partecipazione di un elevato numero di aziende grafiche italiane, fa parte di una più ampia strategia di HP di conquistare una fetta sempre più ampia di un mercato che fino ad oggi è stato dominato dalle tecnologie di stampa tradizionale, come l’offset. E questo grazie a tecnologie digitali che dal punto di vista della qualità e produttività hanno vissuto una rapida curva di evoluzione negli ultimi anni, riducendo il gap che le separa dai processi tradizionali.

Il mercato italiano tra i clienti EMEA di HP occupa una posizione di tutto rispetto. Basti pensare ai dati di installato della HP Indigo 10000: delle 200 unità installate a livello mondiale ben 75 sono nei Paesi EMEA e di queste 15 sono in funzione nel nostro Paese, che vanta il numero più alto di installazioni a livello EMEA.