Non è facile, di questi, tempi, parlare di un’azienda che investe milioni di euro per potenziare la produzione. Ma quando un’impresa è solida e competitiva, le disgrazie altrui (vedi chiusure e fallimenti) possono in qualche modo avvantaggiarla perché la legge del mercato dice che le crisi provocano le selezioni e chi andava bene prima va ancora meglio dopo conquistando anche una parte di quelle commesse rimaste senza più un “padrone”.

L’azienda in questione è la Graphicscalve dei fratelli Ezio e Walter Ferrari. Con oltre 120 dipendenti e reparti di stampa sia piana, sia roto e digitale, Graphicscalve, presente sul mercato dall’inizio degli anni Ottanta, oltre al quartier generale a Vilminore di Scalve in provincia di Bergamo, ha anche uno stabilimento proprio a Seriate. E questo aveva fatto pensare qualche tempo fa a un suo coinvolgimento nella vicenda Mazzucchelli. Ovvero a far parte di quella schiera di possibili “cavalieri bianchi”, per cui si erano fatti anche i nomi di Farina, Pozzoni e ultimamente della lecchese Caleidograf (tutti nomi però mai confermati e frutto solo dei soliti rumor del mercato) chiamati a salvare la Mazzucchelli risucchiata nella caduta del polo di stampa costruito negli ultimi anni da Guido Veneziani Editori. Come la RotoAlba, anche la Mazzucchelli è stata dichiarata fallita dal Tribunale, mentre a giorni dovrebbe arrivare il verdetto (concordato o fallimento) anche per la Enerprint (ex Ilte) di Moncalieri.

I fratelli Ferrari, che interpellati qualche settimana fa hanno confermato la loro linea che è quella di mantenere il più stretto riserbo sulle strategie della loro impresa (da quelle parti alle chiacchiere con i giornalisti si preferisce il lavoro in fabbrica) non avevano nè confermato nè smentito i rumor sui prossimi programmi d’investimento. Fonti attendibili di mercato dicono però che questi progetti si starebbero concretizzando. Abbandonata, come finora sembrano avere fatto tutti i possibili pretendenti, la pista Mazzucchelli, in Graphiscalve avrebbero ordinato – o comunque sarebbero prossimi a farlo – una nuova Manroland Lithoman a 48 pagine che entrerebbe in produzione l’anno prossimo in un nuovo impianto che sarebbe realizzato sempre a Seriate, anche se circolava anche la voce di un possibile insediamento a Dalmine.

Nel nuovo stabilimento sarebbero messe in produzioni anche almeno due macchine digitali mentre la Mitsubishi a 16 pagine che gira oggi nell’attuale stabilimento di Seriate dovrebbe essere ritirata da Manroland. L’altra 16 pagine Mitsubishi, invece, continuerebbe a stampare a Vilminore di Scalve insieme con le macchine a foglio. Complessivamente, dicono le stesse fonti, l’investimento supererebbe abbondantemente i 10 milioni di euro e consentirebbe a Graphicscalve un notevole balzo produttivo per ampliare le quote di mercato sia sul fronte editoriale che in quello commerciale. Dove, come si diceva all’inizio, ci sarebbe più di una commessa che, dopo i recenti fallimenti (Mazzucchelli compresa) può essere intercettata.