L’appuntamento è stato fissato per mercoledì 5 dicembre. Alle 14, nella sede delle Officine Grafiche Novara 1901, più conosciute sul mercato con il marchio commerciale Deaprinting, il management dell’azienda di stampa novarese (figlia della casa editrice De Agostini ma ormai da più di dieci anni diventata autonoma e rilevata da un ramo della famiglia: i cugini Andrea e Alberto Boroli) dovrebbe spiegare ai sindacati quale sarà il futuro della società. “In questi mesi – racconta Clementino Villaraggia, segretario provinciale della Fistel-Cisl – sono corse tantissime voci, dalla vendita a un nuovo piano di ristrutturazione, anche se non ci risulta che l’azienda abbia aperto nuove procedure per la mobilità e lo stato di crisi rispetto al piano biennale che scade il 6 dicembre”. Colpita, come tutte le aziende grafiche, dalla crisi del settore, dalla progressiva riduzione delle commesse di stampa della casa editrice De Agostini (il principale committente che assicura circa la metà dei ricavi che superano i 50 milioni di euro) e dalla difficoltà di sviluppare gli ordini per conto terzi, Dea Printing non sta vivendo un momento facile. Tanto che, spiega sempre Villaraggia, sugli attuali 220 dipendenti circa, solo 150 lavorano mentre gli altri ruotano in cassa integrazione straordinaria. Il piano biennale di ristrutturazione, che come detto terminerà il 6 dicembre, prevedeva (con lo spostamento della Legatoria del Verbano a Novara, realizzato nel 2011) una riduzione del personale, con incentivi all’esodo e prepensionamenti, da 300 a 192 addetti. Quindi ci sarebbero potenzialmente ancora una trentina di esuberi. Ma non è detto che il futuro dell’azienda, guidata dall’amministratore delegato Franco Pasquino, non possa passare dall’ingresso di un nuovo proprietario. A dire il vero, sono almeno una decina d’anni che le Officine Grafiche Novara 1901 sono, diciamo così, in vendita o alla ricerca di un partner. Ma per ora Dea Printing ha retto da sola il mercato ricercando al massimo accordi commerciali come quello siglato nel marzo scorso con Litorama Group per l’acquisizione sul mercato internazionale della produzione di libri d’arte e di grande formato. In questi due anni di crisi gli investimenti hanno riguardato solo la parte finishing, con l’installazione di una nuova linea di brossura Bolero mentre non è stato potenziato il parco di macchine rotative e piane. Nel 2010, con l’avvio del piano di riorganizzazione e la ricapitalizzazione da 5 milioni di euro versati dai Boroli, Deaprinting aveva puntato sul rilancio (dopo le difficoltà generate dal minor volume di stampati targati De Agostini, a partire dalle cartine geografiche messe in difficoltà dai navigatori satellitari, e dal buco creato dal mancato pagamento della commessa del fallito gruppo dei Viaggi del Ventaglio) ma gli obiettivi prefissati non sarebbero del tutto stati raggiunti. E quindi si sta ridisegnando il futuro. Un futuro che, secondo le voci di mercato, potrebbe includere anche la strada della vendita. E la Deaprinting, secondo alcuni rumors, potrebbe rientrare nel perimetro d’interesse della Guido Veneziani Editore che vede come presidente Gianmaria Basile, la cui famiglia era proprietaria di una storica tipografica genovese, e che nei mesi scorsi ha acquisito la Rotoalba. L’azienda che stampa Famiglia Cristiana ha infatti dichiarato interesse ad investire in rotative offset da affiancare alle rotocalco per soddisfare le nuove commesse dei magazine della Guido Veneziani Editore e per conto terzi e un’eventuale ingresso in Deaprinting potrebbe essere congeniale a questa strategia di crescita.