Ora è ufficiale. Fedrigoni si quota in Borsa. Uno dei più importanti gruppi cartari italiani ed europei (specializzato da sempre nella produzione di carte fini per stampa, editoria, etichette, legatoria, packaging e cartotecnica, senza scordare l’importante lavorazione della carta per banconote) ha avviato la procedura di cui si parlava già tre anni fa e si prepara a varcare il portone di Piazza Affari a dispetto del pessimo momento vissuto dal settore e dalla stagnazione economica che non accenna a rientrare. La notizia aveva cominciato a prendere consistenza nei mesi scorsi ma si è trasformata in realtà soltanto nelle ultime settimane, con una serie di operazioni preliminari (come un aumento di capitale da 15 milioni) e di dichiarazioni culminate con il via libera della proprietà. Il gruppo veronese, nato oltre 125 anni fa, ha formalizzato la sua richiesta di ammissione al mercato telematico azionario di Borsa italiana presentando alla Consob il prospetto informativo sull’offerta e la successiva quotazione. Il target di medio periodo indicato da Fedrigoni è un’ulteriore crescita per linee esterne sulla scena mondiale, sostenuta da capitali che verranno raccolti sui mercati finanziari: oggi la situazione non è così critica come tre anni fa, quando le ipotesi di quotazione si scontrarono con le continue docce fredde sullo spread italiano. L’offerta globale sarà composta da azioni di nuova emissione per effetto dell’aumento di capitale e dalle azioni vendute da San Colombano, società che fa capo alla famiglia Fedrigoni. In questo caso l’offerta sarà rivolta a investitori qualificati in Italia all’estero (soprattutto negli Usa ma con esclusione di Giappone Australia e Canada, per motivi di concorrenza) oltre che al pubblico generalista in Italia. Lo stesso Alessandro Fedrigoni aveva dichiarato la speranza di “riuscire a farcela entro l’autunno”. E a proposito della quotazione e dei progetti il presidente era stato molto esplicito: “Puntiamo ad acquisizioni in Italia e soprattutto all’estero sui mercati europei ed extraeuropei guardando da vicino gli Usa. In altre parole la nostra dimensione deve essere il mondo”, aveva ribadito con la serenità che gli deriva anche da un fatturato che secondo fonti vicine all’azienda potrebbe traguardare i 2,5 miliardi di euro.Gli ultimi bilanci sostengono questa strategia. Il fatturato dell’anno scorso, proveniente già quasi per due terzi dall’estero, ha superato gli 800 milioni di euro, in crescita del 3% sul 2012. Il risultato netto è salito a quasi 31 milioni con +7,1%, per effetto di un Ebitda pari a 87,3 milioni (+4,2%) e di un Ebit ancora migliore (55,7 milioni, +6,8%). Risultati di tutto rispetto di fronte alla crisi del comparto e dell’intera eurozona: merito di una scelta netta per gli investimenti della quale la Fedrigoni non si è mai pentita. La ricetta del gruppo scaligero non è cambiata neanche nel 2011 della débâcle finanziaria. Anzi, per trovare le origini stesse del successo recente bisogna tornare al 2001: mentre i mercati finanziari vacillavano e i big del settore preferivano aspettare che si posasse la polvere, Fedrigoni investiva e comprava dal Poligrafico dello Stato le Cartiere Milani Fabriano. Fu la svolta che oggi porta l’azienda in Borsa e nel mondo. Intanto il cda ha appena approvato la semestrale al 30 giugno con ricavi per oltre 440 milioni, in aumento di quasi il 9% sull’anno scorso grazie soprattutto alla crescita del segmento “Carta e sicurezza” salito da 272 a 304 milioni. Balzo anche per il risultato netto, salito a 30 milioni (+114%) dai 13,9 milioni del primo semestre 2013. Dati che secondo l’ad Claudio Alfonsi “confermano il nostro posizionamento in mercati ad alto valore aggiunto, con la progressione internazionale e un attento mix dei prodotti”. Sotto il profilo geografico la quota di fatturato estero raggiunge quasi il 65% dei ricavi complessivi, con un significativo incremento nelle aree extra-europee (+ 26,4%) e una buona performance in Europa (+7,7%). In termini di redditività, l’Ebitda del gruppo è stato pari a 57,9 milioni, in crescita del 38,2%. Il risultato operativo del primo semestre è stato di 47,9 milioni, con un +78,3% rispetto al dato del primo semestre 2013.