Ha un nome dolce e suggestivo – Origami – il nuovo settimanale lanciato il 5 novembre da Italia Editrice che pubblica la Stampa e il Secolo XIX, in uscita tutti i giovedì. Perché questo nome? Perché Origami è composto da un solo foglio, che si piega e si dispiega, fino ad arrivare al formato lenzuolo dei vecchi, cari quotidiani, e si trova in edicola piegato nel formato A4. Nessuna pubblicità. Un euro e cinquanta, il prezzo di copertina. Carta migliorata da 70gr. Una scommessa, una sfida, forse un azzardo.

Un solo tema, molti punti di vista

Per leggere Origami bisogna aprire le due pagine centrali, poi aprirlo ancora per accedere alle altre quattro pagine, infine eccolo in tutta la sua estensione, 90 x 62 cm. Dunque un vero e proprio ‘origami’, in senso fisico e figurato: da un semplice foglio alle figure complesse, cui si giunge attraverso pieghe successive. Allo stesso modo, sul piano dei contenuti, la scelta di Cesare Martinetti, direttore e ideatore del nuovo settimanale, è stata quella di sviluppare un solo argomento alla settimana, declinato in 16 facciate che affrontano il tema scelto da molteplici punti di vista e con diversi linguaggi: opinioni, interviste, una graphic novel, disegni al posto delle foto, la poesia, una grande infografica nella piega più estesa dove si scoprono tutti i dati che esprimono numericamente il tema. Al nuovo settimanale lavorano Francesca Sforza, vice caporedattore della Stampa a Roma, Laura Aguzzi e Cynthia Sgarallino, art director della Stampa.

“Un giornale vintage”

Un’operazione controcorrente? Sembrerebbe, ma le sue ragioni d’essere sono almeno due, la prima delle quali è che le ultime ricerche stanno dimostrando che c’è una polarizzazione dei lettori, che anche sull’online esprime una disponibilità a tempi di lettura più lunghi pur di avere approfondimenti. “Noi ci siamo mossi per andarli a incontrare là dove sono questi lettori” ha detto Mauro Calabresi, il direttore de La Stampa (che, nel frattempo, ha accettato il nuovo incarico come direttore di Repubblica) “fornendo con velocità e leggerezza un’informazione di qualità, e siamo convinti che sul mercato ci sia spazio per un prodotto del genere”. Origami è un giornale vintage, di carta, ha poi aggiunto Calabresi nel corso della presentazione, che non disprezza lo smartphone, non si mette in competizione con il tablet, ma si offre come uno strumento diverso per soffermarsi e decrittare quell’attualità che ci scorre sotto gli occhi senza soluzione di continuità.

Scommessa o promessa?

Insomma Origami è una scommessa. Più che una scommessa, una sfida. “Le persone leggono solo tweet, post, blog e notizie di una riga sullo schermo dei telefoni e noi stampiamo un foglio di carta e lo riempiamo di analisi e storie” si legge nella home page di presentazione del settimanale “nessuno ha più tempo per approfondire e preferisce saltare da un argomento a un altro giusto per farsi un’idea, noi vi diamo un giornale che tratta un solo tema a settimana”.

Una joint venture con Le 1

C’è un’altra, seconda ragione che spiega questa iniziativa editoriale. Come dire che l’ispirazione per la realizzazione di Origami non nasce dal nulla, ma è venuta all’editrice di La stampa guardando a Le 1, il settimanale francese fondato da Éric Fottorino, ex direttore di Le Monde, che dal 2014 è in edicola in Francia il mercoledì con un buon successo. Un solo foglio piegato in 8 facciate, Le 1 una volta aperto è in formato 84cm x 63 (un po’ più grande di Le Canard Enchaîné). Con Le 1, che ha raggiunto una diffusione in edicola di 30mila copie a 2,80 euro, Editrice Italiana ha stabilito una joint venture. Ma basterà modificare il formato, ridare cioè valore al contenitore per restituire valore anche al contenuto? Perché no. Forse è una strada percorribile. Intanto c’è l’invito della campagna pubblicitaria di Origami, che ci sembra bello e azzeccato: “Rallenta. Rifletti. Origami”.

 

Qui un video sulla produzione di Origami.