Si chiama “Upcycling: con Epson la moda si fa sostenibile”, il suo obiettivo è riscrivere il destino degli abiti pre-loved, mettendo l’innovazione tecnologica al servizio di una creatività sostenibile, ed è stato appena lanciato da Epson.

Il progetto coinvolge l’Accademia di Belle Arti Aldo Galli – IED Network di Como e il marketplace italiano greenchic, che lavoreranno insieme sotto il coordinamento del professor Fluvio Alvisi, coordinatore del master “Textile: Design, Innovation, Sustainability” dell’Accademia.

Nove studenti selezioneranno alcuni capi messi a disposizione da greenchic, il primo marketplace di moda pre-loved in Italia che fondato sull’economia circolare, e si sfideranno per dare nuova vita agli abiti, trasformandoli in pezzi unici grazie alle stampe sui tessuti. Gli studenti avranno infatti a disposizione una stampante a sublimazione Epson SureColor SC-F100 che permetterà di reinventare i capi, creando modelli inediti e originali.

Al termine del lavoro, gli outfit creati dagli studenti diventeranno i protagonisti di un sondaggio di greenchic: la community della piattaforma fashion potrà votare il modello preferito e l’abito vincitore della sfida sarà poi di ispirazione per una creazione dei designer greenchic.

«Epson è da sempre focalizzata sulla sostenibilità dei propri prodotti e sullo sviluppo di tecnologie compatte a elevato risparmio energetico che garantiscano la possibilità di realizzare le proprie idee», commenta Renato Sangalli, sales manager Pro-Graphics di Epson. «Grazie alla combinazione di creatività e innovazione, la stampa a sublimazione Epson, offrendo la stessa tecnologia sia con la stampante da scrivania SureColor SC-F100 sia con le macchine industriali, permette di interpretare l’upcycling in modo nuovo: quello di rinnovare creativamente un bene di consumo perché continui a essere utilizzato secondo i principi dell’economia circolare». Anche Nicoletta Castellaneta, Direttrice dell’Accademia Galli, pone l’accento sull’importanza dell’upcycling: «Questo progetto mette al centro della ricerca la prospettiva con cui nel futuro ci approcceremo ai consumi e alla produzione nel settore del textile e quindi anche dell’abbigliamento». Upcycling inteso non solo come recupero, ma anche come nuovo valore, come sottolinea Eleonora Dellera, Co-Founder di greenchic che, dice «ha nel suo DNA non solo l’allungamento del ciclo di vita dei capi pre-loved ma la creazione di nuovo valore, riciclando  il 99% di tutti i vestiti e accessori. Un’iniziativa come questa, legata allo sviluppo dell’upcycling che coinvolge e avvicina aspiranti giovani designer al mondo green, ci è sembrata fin da subito molto apprezzabile, così come l’idea che si possano intraprendere percorsi formativi focalizzati sull’unione tra tecnologia, estro e sostenibilità».