Grazie alla sua storia e alla sua bravura, qualità che il gergo burocratico chiama “benemerenze verso la Nazione” Enrico Tallone è stato insignito da Giorgio Napolitano del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Chi altri, nel nostro settore, se non il maestro dell’atelier tipografico più antico e prestigioso d’Europa – un piccolo mondo antico dove ancora oggi si realizzano libri-capolavoro composti e rilegati a mano e stampati su torchi e macchine piano-cilindriche –  chi altri avrebbe potuto ‘meritare’ un così alto riconoscimento. “Il Presidente della Repubblica, che segue con particolare interesse e passione il mondo del libro” ci ha detto Enrico Tallone “attraverso questo gesto credo abbia inteso dimostrare la propria attenzione nei confronti della categoria di cui faccio parte”. Vero e proprio scultore del libro, Enrico Tallone è oggi tra i massimi rappresentanti, ma soprattutto continuatori, di quell’arte gelosa, monacale – un’arte che richiede qualità antiche e rare come la  pazienza, la ricerca e il senso della bellezza – e che si chiama tipografia (vedi il video sulla home page di Stampamedia). Fondata nel 1938 a Parigi da Alberto Tallone, papà di Enrico, un artista cresciuto nella Milano della Scapigliatura, l’atelier dei Tallone è attivo dalla fine degli anni Cinquanta in Italia. La sede di Alpignano, alle porte di Torino, fu inaugurata il 15 ottobre 1960 nientemeno che da Luigi Einaudi. Da allora, la bottega è stata frequentata da personaggi del calibro di Gabriele D’Annunzio, Riccardo Bacchelli, Quasimodo, Gianfranco Contini, Norberto Bobbio, Mario Luzi, Pablo Neruda (grande amico dei Tallone), Giovanni XXIII e tanti altri. E così come allora ancora oggi, Enrico stampa libri scegliendo uno per uno il formato, il carattere  adatto, utilizzando carta e inchiostri di altissima qualità, e alla fine regala al mondo un miracolo di bellezza, un oggetto – il libro per così dire fatto a mano – di fronte a quale scopriamo che ancora oggi è possibile stupirsi.