La decisione del gruppo Pro-Gest di sospendere temporaneamente la produzione di carta nei suoi sei siti è una conseguenza della guerra in Ucraina e dei prezzi dell’energia. La società ha reso noto che a seguito della rapida escalation delle spese da sostenere per il gas naturale, ormai ai massimi storici l’unico provvedimento sostenibile è interrompere temporaneamente la produzione di carta. La strategia non coinvolge le line di produzione degli imballaggi e gli impianti di confezionamento che al momento continueranno a essere attivi.

Secondo Pro-Gest il costo del gas naturale, ora più di dieci volte superiore a dodici mesi fa, è triplicato in poco più di una settimana. “Faremo del nostro meglio per supportare i nostri clienti valutando caso per caso la situazione delle consegne. Speriamo sinceramente di poter riprendere la produzione non appena la situazione lo consentirà”, fa sapere il management dell’azienda.

La cogenerazione ad alto rendimento come possibile soluzione

Questa notizia arriva nel momento in cui Assocarta si è unita alla Dichiarazione congiunta delle associazioni europee CEFS EU Sugar, Cerame-Unie, EUROFER, COGEN Europe, FEDIOL, IFIEC Europe, Primary Food Processors, STARCHEUROPE, condividendone i contenuti in una lettera inviata ai 76 parlamentari italiani al Parlamento Europeo. Si tratta del pacchetto “Fit for 55” che prevede di salvaguardare l’operatività dei siti industriali con impianti di cogenerazione ad alto rendimento. I firmatari della Dichiarazione chiedono al Parlamento europeo e agli Stati membri di valorizzare il contributo che la cogenerazione ad alto rendimento dà agli obiettivi climatici dell’UE.

“L’utilizzo della cogenerazione ad alto rendimento in sito garantirebbe, infatti, riduzioni di emissioni di gas a effetto serra e rendimenti di efficienza energetica superiori a quelli che possono essere raggiunti con la produzione separata di energia elettrica e calore, liberando disponibilità di fonti energetiche pulite a prezzi competitivi” è quanto espresso nella Dichiarazione.

Oltre a perseguire l’obiettivo climatico al 2030 e l’impegno politico del Green Deal europeo per un’economia competitiva ed efficiente sotto il profilo delle risorse, la cogenerazione contribuisce al sistema energetico europeo e agli ecosistemi industriali. Permette, infatti, di raggiungere quella sicurezza energetica, data dall’auto-produzione e dall’autoconsumo di energia in sito, l’integrazione del sistema energetico (cioè la flessibilità della domanda energetica), l’uso circolare dell’energia all’interno del sito e un’alternativa all’acquisto di energia ad alta intensità di carbonio dalla rete.

Qualche numero

Il consumo complessivo delle cartiere italiane, secondo Assocarta, “si è consolidato nel 2020 intorno ai 2,5 miliardi di mc. Grazie agli sviluppi tecnologici la produzione di energia elettrica in cogenerazione è arrivata a soddisfare oltre il 70% del fabbisogno elettrico del settore, che ricorre ad acquisti dalla rete per la sola quota restante. Per queste ragioni, la direttiva sull’efficienza energetica (EED), dovrebbe promuovere il ricorso dell’industria alla cogenerazione ad alto rendimento”

In settori trainanti dell’industria sono oggi installati impianti da 60 GW di potenza elettrica di cogenerazione ad alto rendimento. Gli autoproduttori industriali cogenerano 192,5 miliardi di kilowattora di elettricità, che equivale al totale dell’elettricità prodotta nei Paesi Bassi e in Belgio messi insieme.

In tutta Europa, la cogenerazione industriale permette di risparmiare circa 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. La stessa tecnologia comporta una riduzione annua di 40 milioni di tonnellate di CO2 a livello europeo. Un dato equiparabile alle emissioni prodotte da 30 milioni di auto a benzina.