Prosegue il tentativo di ridare slancio alla produzione dell’impianto veronese di Elcograf, ex Mondadori Printing, dove in queste settimane ha preso forma una inedita coincidenza di interessi tra azienda, sindacato e dipendenti: una convergenza che somiglia ancora più a una tregua a denti stretti che a un armistizio. Ma un aspetto positivo comunque c’è: le distanze (sul piano dei costi di produzione) tra il polo veronese e gli altri impianti del gruppo Pozzoni si stanno riducendo, il che apre la strada a un recupero di attività.   Nei mesi scorsi la direzione e il sindacato avevano avuto duri contrasti per la decisione della Pozzoni di trasferire alcune commesse allo stabilimento di Melzo, perché a Verona per effetto dei contratti integrativi “ereditati” dalla Mondadori i costi di produzione sono superiori, e ciò si riflette negativamente sulla produttività. Per evitare che la situazione si avvitasse, proprietà e sindacati hanno avviato una difficile trattativa che ha portato a un accordo, approvato in questi giorni dai dipendenti con un referendum. In base all’intesa (ratificata da quasi i due terzi dei lavoratori) la Elcograf non pagherà più il premio di secondo livello, il che comporta per la maggior parte degli addetti un taglio di circa 5.000 euro sul reddito annuale. Dopo la firma dell’accordo il sindacato annuncia di voler avviare un nuovo confronto con la direzione, ponendo sul tavolo la disponibilità dei lavoratori e il sacrificio economico per garantire lo sviluppo del polo veronese. Senza l’elemento salariale di secondo livello, nelle busta paga rimarrà solo il trattamento economico previsto dal contratto nazionale. Questo dovrebbe consentite risparmi tali da riallineare il costo del lavoro dell’impianto veronese alla media di mercato e renderlo più efficiente e competitivo. Durante la trattativa l’azienda ha preso l’impegno di mantenere le commesse oggi esistenti e di partecipare a nuove gare, cercando ulteriori appalti per i servizi di stampa grazie alla crescita della produttività generata dal risparmio nei costi. Sempre secondo i dettagli dell’accordo che saranno oggetto di contrattazione si ipotizza un rafforzamento delle attività commerciali: spazio quindi all’ingresso di nuovi agenti che possano intercettare commesse – anche internazionali – per il settore rotocalco, perché, come sottolinea il sindacato che punta a salvaguardare l’occupazione, proprio l’aumento della produzione potrebbe allontanare il timore di future riduzioni del personale: già 300 lavoratori della ex Mondadori sono in cassa integrazione da gennaio. L’intesa con Elcograf è stata accettata dai dipendenti nonostante preveda una drastica diminuzione del salario, particolare molto significativo in periodo di crisi. Al punto che il sindacato richiama l’azienda al rispetto degli impegni assunti e sollecita l’intervento delle istituzioni e della politica perché verifichino l’adempimento delle condizioni stabilite. Per questo la trattativa si sposta ora sul modello aziendale di sviluppo al quale ancorare l’auspicata ripresa e su forme di contrattazione aziendali avanzate che non deprimano in modo eccessivo il salario dei lavoratori. Per cominciare, al posto del premio di secondo livello soppresso sarà introdotto un “premio di ottimizzazione orario”, legato al numero di ore effettivamente lavorate, che andrà da 490 a un massimo di mille euro lordi annui.