Riceviamo da Grafiche Erredue e pubblichiamo:

Le misure restrittive imposte dal DPCM dell’8 marzo 2020 e successivi, per la gestione dell’emergenza di rischio contagio COVID-19, hanno rappresentato un inevitabile congelamento di tutta l’autonomia produttiva. La riduzione del personale operativo è stato il nostro primo, fondamentale, passo, allungando di conseguenza i tempi di consegna su alcune commesse. C’è da dire che, ai primi segnali di una situazione che stava via via peggiorando, abbiamo messo in atto subito quello che oggi è un protocollo obbligatorio, garantendo la sicurezza e una maggiore fiducia, nel luogo di lavoro, da parte del personale. Oggi siamo già calati nella nuova routine che ci accompagnerà nei prossimi mesi e stiamo operando con un graduale reinserimento delle persone negli uffici e nel reparto produttivo. Compatibilmente con la mole di commesse, ridaremo ad ognuno il diritto di lavorare in sicurezza nei prossimi 15 giorni, riportando un po’ di quella normalità che tanto ci è mancata.

Per quanto riguarda l’impatto sulla produzione, sull’approvvigionamento e sulle consegne, è stato tutto molto rapido ma al contempo ha portato ad un allungamento di tutte le fasi. Come noi anche fornitori, cartiere e clienti stessi hanno ridotto personale e operatività e ciò ha comportato risposte tardive, tempi di consegna più lunghi, consapevolezza che le priorità erano altre.

Abbiamo lavorato con meno stress ma molta più preoccupazione. Tutti abbiamo cercato di fare la nostra parte e abbiamo cercato di farla al meglio, le difficoltà che ognuno ha riscontrato sono state anche motivo di aiuto reciproco e maggiore elasticità.

Per quanto riguarda il mercato in cui operiamo, la parte “print” è pressoché crollata, mentre ha resistito la parte di packaging correlata direttamente al prodotto. Relativamente alle previsioni per il futuro e all’impatto di questo periodo sul 2020, si potrebbe aprire un capitolo piuttosto ampio.

Senza volersi addentrare nel discorso dolente dei pagamenti, l’impatto sul mese di aprile, in termini di fatturato, è stato devastante ma è un dato che non può essere letto in maniera semplicistica, occorre utilizzarlo per programmare il futuro.

Nell’emergenza e nel rallentamento della produzione abbiamo visto aprirsi due possibili strade che sono risultate percorribili: quella, a breve termine, di una riconversione per la produzione di materiali legati all’emergenza, utile a tamponare la mancanza di fatturato che ci troveremo in questo esercizio; l’altra, a lungo termine, analizzando le potenzialità dell’azienda, sperimentando nuove soluzioni per potersi proporre su nuovi prodotti in un contesto che avrà delle nuove esigenze e delle nuove particolarità. Noi abbiamo scelto di procedere in questo modo, prendendo l’anno 2020 come una sorta di investimento sulle nostre possibilità.

Abbiamo usato questo tempo e implementato la nostra ricerca sul cold foil, superando il limite delle carte patinate, arrivando ad essere gli unici con questa possibilità. Una piccola rivoluzione in questa nicchia di mercato, spesso legata alla cartotecnica.

Stiamo inoltre rivedendo alcuni processi per poter sfruttare al meglio tecnologie già in nostro possesso e poterci proporre in maniera più incisiva su prodotti che, per svariate ragioni, non abbiamo spinto con la giusta incisività. Il brand stesso verrà suddiviso entro fine anno in due nuove divisioni, in grado di rispondere in maniera efficace a segmenti di mercato specifici, con uffici tecnici dedicati e processi standardizzati.

Reagire, differenziandosi.