“It is an in(k) convenient truth” ha detto con un gioco di parole Jan Paul van der Velde, Senior Vice President e membro dell’Executive Management Team di Flint Group, al pubblico della conferenza NAPIM la settimana scorsa a Miami, Florida. “Gli aumenti dei costi che stiamo subendo in questo periodo sono di molto superiori a quelli del 2008, quando il principale fattore che spingeva i prezzi al rialzo era l’incremento del costo del greggio. Se già allora pensavamo che la situazione fosse critica, gli aumenti attuali hanno già raggiunto un livello doppio e non si vede ancora luce alla fine del tunnel”. Van der Velde ha spiegato che l’origine degli ultimi aumenti è legata a meccanismi di base dell’economia. “Molti produttori di inchiostro, come prima spiegazione per l’aumento dei costi, mostrano ancora un grafico del greggio. In effetti, il prezzo del petrolio ha subito rialzi costanti negli ultimi due anni, ma la vera ragione degli aumenti risiede nello squilibrio fra domanda e offerta.” Sono cambiate significativamente sia la domanda sia l’offerta. Dal punto di vista della domanda, la crisi del 2009 ha consentito ai produttori di materie prime di disfarsi della loro sovraccapacità produttiva. Sul momento è stato un brutto colpo, ma ora questa snellezza consente loro di scegliere quali mercati servire e focalizzarsi solo su quelli che garantiscono buoni margini. L’industria dell’inchiostro non è nota per generare particolari margini, è considerata piuttosto un modo per fare volume. Inoltre, fusioni e acquisizioni hanno consolidato il mercato dei fornitori, riducendone il numero e uniformandone il comportamento sul mercato”. Dal punto di vista dell’offerta, mentre l’industria dell’inchiostro ha visto una ripresa ragionevole, altri settori, come i coatings, l’industria automobilistica e specifiche regioni hanno avuto una crescita molto significativa. La Cina, per esempio, che è il paese fornitore più importante per l’industria dell’inchiostro, negli ultimi 15 anni ha avuto una crescita media del PIL di più dell’ 8,5%. Questo provoca chiaramente un consumo interno alla Cina di materie prime che non vengono più esportate. Inoltre molte materie prime, prodotte da industrie un tempo favorite dal governo, ora sono viste diversamente, passando in alcuni casi dall’essere esportazioni sovvenzionate a subire tassazioni aggiuntive. Infine, lo Yen continua a rafforzarsi contro il dollaro americano, e questo fattore da solo contribuisce ad aumentare i prezzi delle materie prime del 2-3% in Europa e Nord America. “Mentre tutte le tipologie di materiali sono in fase di rialzo, senza eccezioni significative, il vero problema per i costi dell’industria è costituito dalle resine fenoliche, a causa degli aumenti della colofonia e del tallolio. Anche i pigmenti continuano ad aumentare di prezzo, così come il biossido di titanio, la nitro cellulosa, i solventi, il nero carbone, i metalli, il cotone, le cere, l’olio minerale ecc.”. Van der Velde ha concluso la sua presentazione sfatando alcuni falsi miti. “Qualcuno crede che ci sarà sempre disponibilità di materiale a basso costo dall’Asia? Falso! Molti materiali scarseggiano e l’Asia si sta orientando sempre più alla produzione di materie prime con valore aggiunto. Per questo, guardando al futuro, la scarsità di materiale è una minaccia reale e garantirsi le forniture è diventata una delle priorità dei buyers, e tale rimarrà per diverso tempo, con conseguenze sull’industria dell’inchiostro in quanto tale”. Sul sito di Flint Group è possible effettuare il download della presentazione completa di Jan Paul van der Velde. (http://www.flintgrp.com/en/news-information/documents/Napim_-_Raw_Materi…).