Arriverà a fine mese nello stabilimento di Prato e sarà operativa verso il 20 marzo la nuova Komori Lithrone a 8 colori GL840P ordinata dalle Industrie Grafiche Giunti. Una macchina che rappresenta, come spiega il direttore dello stabilimento di casa Giunti, Piero Galli, una svolta in doppio senso. Innanzitutto perché è la prima volta che la Giunti Industrie Grafiche “tradisce” il fornitore tradizionale per scegliere Komori e la seconda perché il formato della nuova macchina (4+4, bianca e volta) è un 70×100 e andrà a sostituire una già dismessa (e venduta all’estero) 120×160. La nuova macchina completa un parco macchine piane composto da una 4 colori 120×160 e una 70×100 a cinque colori utilizzata soprattuto per copertine e riverniciature. “Abbiamo scelto Komori – spiega Galli – perché confrontando tutte le altre macchine sul mercato ci è piaciuta e l’abbiamo considerata adatta alle nostre strategie produttive”. Che sono, ecco la seconda svolta, quelle di scommettere non più sulle macchine da stampa per libri extra large (le 120 x 160 appunto) ma sulle più piccole, flessibili, veloci e con meno scarti e costi d’avviamento 70×100. Se la scommessa si rivelerà vincente (lo si vedrà nei prossimi mesi) non è escluso che alle Industrie Grafiche Giunti (104 dipendenti per 24 milioni di euro di ricavi, l’85-90% dei quali realizzati per stampare i libri Giunti e il resto per selezionati clienti”direzionali”) si opti (al momento dell’eventuale sostituzione della 120×160) per un’altra macchina 4+4 o 5+5 sempre di formato 70×100. La nuova Komori servirà per stampare le edizioni Giunti e, in base alle tirature e alla convenienza, anche un po’ di scolastica. Convenienza che, spiega sempre Galli, si dovrebbe raggiungere nel rapporto uno a tre, ovvero quando la 70×100 stampando 16 pagine diventa più concorrenziale rispetto alle 48 pagine. Oltre, la convenienza comincia a scemare. Ma in fatto di convenienza, e forse è una buona notizia per tutto il settore della stampa di libri italiana, sembra cominciata anche una piccola “rivincita” del nostro Paese sulla Cina. Non è un mistero che negli ultimi anni un’importante fetta di commesse di stampa per libri si sia trasferita dall’Italia (ma in generale dall’Europa) verso la Cina. Ma adesso qualcosa sta cambiando. “Prima – conclude sempre Galli – il gap di prezzo era attorno al 35%, adesso, grazie anche agli investimenti tecnologici, come la nostra nuova Komori, e di fronte a un aumento di prezzi degli stampatori cinesi, la differenza si è ridotta al 10/15%. Così, se non si ha il tempo necessario per una commessa evasa in Cina (tra i 2 mesi e mezzo e i tre) e si vuole il lavoro in due-tre settimane, avendo anche la certezza della tiratura richiesta, per evitare sovraccarico di magazzino, per alcuni settori (non il libro per ragazzi dove vince ancora la Cina) qualche commessa sta rientrando in Italia. Anche da parte di Giunti”.
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