Ad un anno dalla costituzione dell’Associazione Comunico Italiano, nata dalla fusione di Arti Grafiche Bologna e Poligrafici Modenesi, il bilancio tratto dal presidente Roberto Moreschini è decisamente positivo.

Le oltre sessanta aziende associate fino ad oggi, presenti all’Assemblea in un accogliente agriturismo modenese avvolto da una densa nebbia, hanno potuto confrontarsi con le numerose iniziative che l’Associazione ha già avviato e che stanno suscitando interesse e simpatia ben oltre i confini dell’Emila Romagna, entro cui l’iniziativa è nata e sta crescendo, al punto da considerare la possibilità di assumere una dimensione di rappresentanza ben più ampia.

 

Ma andiamo per gradi. I primi impegni dell’Associazione sono estremamente concreti e riguardano temi cardine: il rinnovamento degli Usi e Consuetudini ed il Codice Etico dell’Associazione.

Il nuovo documento Usi e Consuetudini del Settore Grafico, aggiornato e rielaborato, è stato depositato presso la Camera di Commercio di Bologna che ha istituito una commissione tecnica di valutazione formata da Adalberto Monti, Alessandro Beltrami e Emanuele Posenato. Nelle prossime settimane la Commissione si riunirà. Questo sarà a tutti gli effetti il documento più recente in materia che recepisce le direttive TAGA e ISO più recenti ed attualizza concetti ormai datati in tutte le altre Camere di Commercio d’Italia.

 

Una Associazione che intende distinguersi per virtù non poteva non iniziare che dandosi delle regole. Ecco perché, fin dai primi mesi dalla fondazione, si è immediatamente iniziato a riflette su un Codice Etico Associativo. Un impegno molto oneroso e delicato, in un momento come quello che le aziende vivono, in cui l’istinto di sopravvivenza tende a prevalere su qualsiasi altra priorità. Si è però ritenuto di attivarsi. In occasione dell’Assemblea, il dottor Gianluca Cantelli, a nome della Commissione, ha presentato un documento, sintesi del lavoro di quattro incontri, teso a costruire un “Modello di Responsabilità Sociale di Comunico Italiano adottato dall’Associazione e dagli Associati per l’anno 2016”, prendendo come punto di riferimento la norma ISO 26000:2010, linea guida internazionale su tali tematiche. L’approccio di Comunico Italiano è di adottare i 7 principi contenuti nella norma ISO, riferendoli a 7 aree tematiche adattate al settore delle arti grafiche, incrementando il modello con esperienze e conoscenze degli associati. Tale documento si prefigge lo scopo di promuovere la comprensione e la consapevolezza della responsabilità sociale a tutte le realtà dell’Associazione; è uno strumento di lavoro che presuppone un percorso da compiere assieme, tant’è che verrà modificato di anno in anno, essendo in continua evoluzione.

 

Spazio infine alle attività di sostegno al settore ed alle aziende con la relazione sulle attività formative proposte alle aziende e sull’attività di Formazione Secondaria Superiore dell’Istituto FITSTIC di Cesena. Su questa attività ha relazionato l’ingegner Massimo Pellegrini, titolare di Legraf ed MCS Enclose che ha partecipato ai lavori di progettazione del corso impegnandosi personalmente nelle attività di insegnamento. L’Associazione è sostenitrice del corso “Mc Luhuan”, partecipando la Fondazione, sostenendola non solo economicamente ma anche con l’apporto dell’esperienza di numerosi imprenditori e tecnici associati che prestano la loro competenza alla formazione dei ragazzi. Il corso – biennale – è alla terza edizione. L’indagine occupazionale gratifica l’operato della Fondazione che registra oltre l’80% di occupati ad un anno dal diploma.

Sulle attività di formazione proposte alle aziende e su quelle che si realizzeranno nei prossimi mesi ha relazionato invece Alessandro Beltrami che ha riferito dell’esito lusinghiero dei primi corsi, in particolare quello di aggiornamento sulla nuova norma FOGRA 51 .

 

Spaio infine per la cultura. Lo stesso Alessandro Beltrami, da poco rientrato dal Meeting ISOTC/130 svolto in Corea del Sud a novembre, ha condiviso con l’Assemblea un’interessante esperienza riguardo il progetto Paju BookCity (un ampio reportage nel numero in distribuzione del Poligrafico dello stesso Beltrami). Si tratta di un complesso industriale costruito da zero da un gruppo di editori facenti parte un’Associazione, realizzato con il fine di raccogliere in un unico polo tutti i componenti della filiera di produzione del libro, creando così una connessione fra autori, editori e lettori. Tutto ciò è stato possibile veicolando libri di qualità all’interno delle scuole primarie per creare i “lettori di domani”, coinvolgendo gli autori e finanziando le attività culturali.

La testimonianza funge da esempio di come un’idea utopistica può essere realizzata grazie alla volontà di chi la insegue, collegandosi al concetto caro a Comunico Italiano di “educare la gente al buon prodotto stampato”, ma soprattutto di farlo assieme.

 

Infine spazio ad Adalberto Monti che proprio in queste settimane ha presentato il suo libro “Cesare Ratta e la scuola tipografica bolognese”, realizzato grazie alla collaborazione fra alcune aziende associate, che hanno voluto dare forma all’incredibile lavoro di ricerca del prof. Monti sull’opera di Cesare Ratta che tanto ha dato al mondo della tipografia, creando il primo contratto collettivo dei tipografi e ponendo le basi per la prima scuola di settore (confluita nell’Istituto Aldini Valeriani di Bologna).

 

Come si usa da queste parti il tutto si è concluso a tavola, con la generosa cucina di stagione del modenese. Per Comunico Italiano è davvero buona la prima. Avanti tutta.