Il rischio chiusura della storica cartiera di Mantova, la “fabbrica sospesa” disegnata da Pier Luigi Nervi, si era già presentato prima di Natale, anche se fino all’ultimo i 188 lavoratori, che ora rimarranno a casa, avevano sperato in una ripresa della produzione dopo le feste. E invece le loro speranze sono state disattese. La mancanza di fondi da investire nella diversificazione della produzione nello stabilimento, quello di Mantova, dedicato alla carta per quotidiani, avrebbe portato a una perdita di una decina di milioni di euro all’anno, appesantendo i conti della casa madre. D’altronde i quattro stop agli impianti nel 2012, per un totale di 45 giorni, avevano già rappresentato un pessimo segnale. Negli ultimi giorni la situazione era peggiorata e ieri è arrivata la doccia fredda. La direzione centrale del gruppo Burgo ha comunicato l’avvio della procedura di cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale con cessazione dell’attività produttiva a Mantova (il gruppo ha altri 11 stabilimenti in Italia e uno in Belgio) a partire dal 9 febbraio. Alla base di questa decisione l’elevato indebitamento con le banche e le consistenti perdite negli ultimi tre anni, che hanno visto un ulteriore aggravio dei conti a seguito della diminuzione del prezzo della carta da quotidiano e a un forte calo della domanda, uniti a un rincaro del costo dell’energia. La Burgo, nata nel 1902, è l’unica azienda italiana a produrre carta da giornale. La cartiera è di proprietà per poco più del 50% della famiglia Marchi di Vicenza e per il resto in mano alle banche. Nessuna notizia nelle ultime ore su un potenziale acquirente. A metà dicembre dello scorso anno si ventilava l’ipotesi di cessione dello stabilimento mantovano alla Progest, un’azienda che produce imballaggi. La chiusura dell’unità mantovana arriva dopo quella di San Mauro Torinese.