A volte, si dice, ritornano. E in questo caso con una connotazione solo positiva. Dopo averla fondata nel 1998, averla ceduta nel 2006 al Fondo di private equity “21 Investimenti” della famiglia Benetton, e aver guidato nel frattempo Assografici, Piero Capodieci si è ripreso la sua GPP Industrie Grafiche. Insieme con i vecchi soci storici come Piergiorgio Castelli e Roberto Nardini. La GPP, nata dall’acquisizione e fusione di due aziende grafiche (la Litotecnica Milano Nuova e la OSG, Occhipinti, Sisal, Gioia) era diventata una delle più importanti imprese di stampa offset nel settore degli astucci pieghevoli, delle affissioni e dei display. E nel 2006, quando Capodieci e l’altro gruppo di soci che l’aveva fondata, decisero di passare la mano cedendola al fondo “21 Investimenti” fatturava 46 milioni di euro con un margine operativo lordo superiore al 15%. Purtroppo, la gestione della nuova proprietà non si è rivelata tra le più brillanti. Non tanto e non solo per una contrazione dei ricavi (dovuti anche alla crisi del mercato) che sono scesi a 40 milioni (36 però confrontando lo stesso perimetro d’attività, perché in questi anni GPP è entrata anche nel settore della stampa degli astucci per la farmaceutica) quanto per il venir meno della redditività. Tanto che dopo tre anni di perdite il patrimonio netto della società era finito in rosso e così i nuovi azionisti di GPP avevano deciso la messa in liquidazione, concessa lo scorso 16 aprile. Solo una settimana dopo (il 23 aprile), senza alcuna interruzione dell’attività e con un costruttivo accordo con i sindacati, la GPP è stata rilevata, con la formula dell’affitto del ramo aziendale con l’offerta irrevocabile d’acquisto una volta che ci sarà l’omologa del concordato da parte del Tribunale, da Piero Capodieci (nominato presidente operativo) e da alcuni dei primi fondatori di GPP, tra cui Castelli, nuovo amministratore delegato dell’azienda, e Nardini chiamato a occuparsi dei clienti e delle strategie all’estero. La GPP, spiega lo stesso Capodieci, è ancora una bella azienda, con un’importante presenza sul mercato e un attrezzato parco macchine offset (compreso il grande formato) per stampare (nei tre impianti di Truccazzano, Cavaione e Peschiera Borromeo), packaging e affissioni. Negli ultimi anni, però, aveva perso un po’ di smalto ma ora, con il ritorno del vecchio management e con la fattiva partecipazione dei dipendenti (scesi da 215 a 170) che hanno offerto il massimo di collaborazione e flessibilità (tanto da aver lavorato anche il 25 aprile) è pronta per rilanciarsi riprendendosi al meglio il posto che le spetta sul mercato.