Non è durato molto il matrimonio tra la Canale Industrie Grafiche e la Satiz. L’intesa, annunciata lo scorso novembre avrebbe dovuto far nascere un polo grafico piemontese da circa 90 milioni di euro di ricavi e 600 dipendenti. Ma si è ben presto incrinata fino alla rottura definitiva consumata a fine marzo, un addio non privo di strascichi polemici.   “Già abbastanza presto ci eravamo resi conto che il ramo d’azienda preso in affitto da Satiz, attraverso Sergraf, ovvero lo stabilimento di Moncalieri, era un ramo d’azienda fallimentare”, denuncia Enzo Gabbai, ad di Sergraf, già Canale Industrie Grafiche. Così, facendo valere quanto previsto dagli accordi, il 31 marzo la Canale Industrie Grafiche ha disdettato l’affitto dell’impianto di Moncalieri (dove sono installate tre rotative a 64 pagine, una offset a foglio 70×100 a dieci colori e tre linee per il punto metallico) e l’ha restituito alla Satiz di Alessandro Rosso, che nel frattempo (agli inizi di marzo) ha chiesto sia come Satiz srl sia come Satiz Editore la procedura del concordato preventivo. Il timore che la vicenda del polo grafico Canale-Satiz avrebbe avuto un epilogo drammatico aveva nelle scorse settimane sollevato preoccupazione tra sindacati e lavoratori, preoccupazioni sfociate anche in una manifestazione di protesta davanti alla G. Canale e C di Borgaro da parte dei 197 dipendenti di Moncalieri in cassa integrazione per ristrutturazione a suo tempo richiesta dalla Satiz Editore. E che sono riprese in questi giorni dopo l’annuncio della rottura dell’intesa e della restituzione del ramo d’azienda a Satiz, con la conseguente (per ora) chiusura dell’attività dello stabilimento di Moncalieri e 197 persone che rischiano di restare senza salario e a detta di alcuni rappresentanti sindacali anche senza cassa integrazione. Il 3 aprile, come spiega una nota diffusa dalla Canale Industrie Grafiche, si è svolto infatti un incontro alla Prefettura di Torino a cui hanno partecipato i sindacati, il rappresentante della Regione competente sui problemi di cassa integrazione, la proprietà della Satiz e i rappresentanti della Sergraf. Durante l’incontro, spiega sempre il comunicato, è stata analizzata la situazione dei dipendenti in cassa integrazione dell’impianto di Moncalieri evidenziando come essendo tornata in capo a Satiz la gestione e quindi il rapporto con i lavoratori, è la proprietà di Satiz “l’unico avente diritto a sollecitare al ministero del Lavoro la continuazione della cassa integrazione per ristrutturazione o al curatore di un’eventuale procedure concorsuale richiedere altri ammortizzatori sociali in caso di impossibilità a continuare la gestione”. Ma perché è naufragato il polo Canale-Satiz? Alle accuse di avere svuotato in questi mesi l’attività dello stabilimento di Moncalieri a vantaggio di quello storico della Canale a Borgaro Torinese, che dà lavoro a 180 persone, replica con forza la Sergraf. “Si tratta di accuse totalmente infondate. La realtà è che, contrariamente a quanto era stato prospettato da Satiz al momento dell’intesa, a Moncalieri è venuto a mancare oltre il 50% del fatturato che era stato previsto, non è stato portato alcun nuovo cliente di quelli annunciati e addirittura è venuta meno una delle principali commesse, quella di Master Edizioni che ha portato i libri in Tribunale. G. Canale e C spa ha contribuito a raccogliere e affidare una parte della sua produzione a Moncalieri ma anche questa scelta, arrivata a coprire fino al 30-40% della produzione di febbraio e marzo a Moncalieri, non ha consentito di evitare l’accumularsi di ulteriori gravi perdite, anche per la constatata inefficienza produttiva del parco macchine”.