La sessione pomeridiana dell’Inkjet Digital Printing Forum, che si è svolto lo scorso 23 settembre (leggi qui il resoconto della sessione mattutina), è iniziata con il confronto tra due “inkjet addicted” moderati da Enrico Barboglio. Giovanni Antonuzzo di Rotomail, pioniere dalla stampa inkjet di piccolo formato, e Alberto Masserdotti, di Gruppo Masserdotti, azienda che ha aperto la strada in Italia alla stampa a getto di inchiostro per il grande formato e per la visual communication. Entrambe le aziende parte del Club delle Eccellenze, hanno in comune il fatto di avere intuito in tempi non sospetti il potenziale di questa tecnologia.

Rotomail, fondata nel 1996 per soddisfare la richiesta di stampati per la comunicazione obbligatoria andando a compensare anche la richiesta di stampa transazionale da parte degli enti preposti che non avevano la visione e le soluzione per produrla. L’azienda nel 2000 si è avventurata nel mondo dell’inkjet costruendo un’infrastruttura informatica proprietaria e installando le prime macchine Scitex a colori e Kodak, ora sostituite integralmente.

Masserdotti fondata nel 1967 da Andrea Masserdotti, nel 1992 installa il primo sistema 3M Scotchprint, una tecnologia di stampa elettrostatica con banda da 85 cm, che può dirsi un antenato dell’inkjet wide format. Questo è stato il punto di partenza per lo sviluppo di un settorein cui l’azienda è da sempre all’avanguardia sia dal punto di vista dell’aggiornamento tecnologico sia per quanto riguarda i modelli di business e le applicazioni offerte.

Alla domanda di Barboglio sull’importanza del workflow, entrambi gli imprenditori hanno rivelato di essere assolutamente IT oriented. Per Masserdotti la grande sfida è trovare il giusto equilibrio tra standardizzazione dei processi e la flessibilità richiesta a un fornitore di servizi di stampa, che si trova ad affrontare richieste di lavori tutti diversi tra loro e che necessitano una buona dose di sperimentazione per soddisfare le richieste dei clienti.

Industrializzare la produzione artigianale secondo Antonuzzo non solo è indispensabile ma è possibile grazie agli strumenti informatici di cui tutte le aziende possono dotarsi: oggi si parla di 4.0 come di una novità, ma Rotomail lo è in modo nativo, la tracciatura della produzione è a disposizione dei cliente dell’azienda dal 1998.

Per quanto riguarda il tema della sostenibilità, Antonuzzo fa notare che spesso è un problema del cliente finale che non vuole sostenere costi aggiuntivi per applicazioni eco-friendly e persiste un fatto culturale e di consapevolezza di cosa significhi riciclabile, biodegradabile e compostabile. Per Masserdotti è priorità assoluta: l’azienda ha ottenuto la prima certificazione con marchio Oeko-tex ed entro la fine del 2012 sarà Certificati Iso 14000, un traguardo per la società ma anche un requisito richiesto da partner e clienti. Inoltre la nuova sede del Gruppo è stata concepita in modo da rispettare tutti i paramenti di sostenibilità.

L’inkjet per packaging ed etichette

Ralf Schlozer ha ripreso la scena per proporre un focus sull’inkjet applicato alla produzione di packaging ed etichette. Un tema che approfondiremo sulle prossime pagine de Il Poligrafico e su Stampamedia. In sintesi il mercato di pack & lables vede una particolare frammentazione: da una parte ci sono molti più marchi che mettono a disposizione le loro tecnologie e dall’altra anche la domanda vede una richiesta di tirature sempre più basse.

In particolare l’industria delle etichette ha subito un impatto molto forte dallo sviluppo di tecnologie digitali: il mercato offre un’ampia disponibilità di macchinari. Schlozer ha analizzato anche i comparti del packaging flessibile e del cartone ondulato, focalizzandosi sui sistemi per il post stampa e fotografando la situazione di quello che è definito web-to-box.

Come ottimizzare il finishing

Anche Pat McGrew ha ripreso il microfono durante la sessione pomeridiana del Forum per proseguire il suo approfondimento sul workflow. Cosa succede dopo la stampa? Bisogna progettare un’applicazione stampata dall’inizio pensando a tutti i passaggi che portano alla realizzazione del lavoro finito. Pochissimi designer sanno come creare file adatti alla produzione di uno stampato: avviene spesso che a questo punto della gestione del processo si scopre che il file non funziona, quindi o si rimanda indietro o lo si corregge internamente, con grandi costi che non si riescono ad addebitare al cliente. Il finishing impatta sull’intero flusso di lavoro, a partire dalla prestampa. Diventa fondamentale comprendere cosa succede quando si arriva al processo di finitura, per poter risolvere i problemi a monte. Se la qualità di stampa spesso non è il requisito principale, la qualità del finishing può esserlo molto più frequentemente in quanto può inficiare la funzionalità del prodotto ed è più spesso oggetto di reclami.

Per quanto riguarda la dotazione di sistemi di finishing è fondamentale per le aziende fare un’analisi precisa per installare esattamente quello che serve evitando di comprare ciò che sembra utile ma in realtà serve. L’obiettivo non è avere l’ultima tecnologia disponibile, ma quella che permette di ottimizzare il flusso di lavoro.

In sintesi, per completare ogni commessa, certi di averlo fatto nel modo più efficiente ed efficace possibile, occorre controllare tutti gli asset a disposizione per assicurarsi che stiano funzionando al meglio e far conoscere al proprio team di vendita i margini di guadagno di ogni applicazione identificando i KPI per poterli monitorare regolarmente. È, inoltre, fondamentale automatizzare tutte le fasi del processo che possono essere automatizzate, i lavori ripetitivi sono ottimizzabili solo se fatti da una macchina.

Cosa dire dei software?

Distributore di prodotti software per diversi mercati, Shazam I.T. offre ad esempio programmi per sviluppare automaticamente cataloghi riducendo il rischio di errori e tempi di produzione, introducendo l’azienda Giovanni Artini, Managing Director, introduce il tema dell’importanza della gestione dei dati per le aziende grafiche ricordando che l’informatica non va considerata come un costo. È infatti, un servizio indispensabile così come la stampa non è un costo, ma un veicolo fondamentale di comunicazione. Secondo Artini lo stampatore deve evolversi e ampliare la propria visione offrendo nuovi servizi. In altre parole deve essere proattivo nel fare cultura nei confronti dei clienti, solo così può rimanere competitivo in un mercato in continuo mutamento.

Stefano Portolani, Centro Studi Printing di Stratego Group, ha poi esposto i dati rilevati in riferimento alle aziende grafiche che hanno richiesto le agevolazioni e finanziamenti governativi messi a disposizioni nel biennio 2019-2020 per l’industria grafica (l’intera ricerca può essere richiesta qui).

Tavola rotonda

I vendor sponsor dell’Inkjet Digital Printing Forum hanno discusso di diversi temi nel corso di una tavola rotonda i temi trattati sono stati: una fotografia della situazione attuale, le parole chiave per la crescita del business, fiere ed eventi, il rincaro dei prezzi delle materie prime e infine lo stato dell’arte della tecnologia. Sergio Andreani, General Manager Production Printing Xerox Italia ha descritto il momento attuale come una ripresa all’insegna dell’ottimismo, con una maggiore focalizzazione sulle ematiche della sostenibilità. Le parole chiave secondo il manager sono flessibilità, capacità di adattamento da parte degli stampatori ai cambiamenti del mondo del printing. Il rincaro prezzi è una delle sfide da affrontare in questo momento storico e vede il ritorno delle fiere in presenza positivo da molti punti di vista. Le nuoe tecnologie secondo Andreani devono offrire: produttività, con soluzioni end-to-end e automazione; Espansione del business generando valore nello stampato; gestione della complementarietà tra inkjet e toner; protezione dell’investimento, con soluzioni scalabili e con servizio di alto livello.

La pandemia ha impattato fortemente sul modo di lavorare e ha frammentato l’informazione, così Andrea Contarini, Marketing Director Kyocera Document Solutions Italia definisce il periodo attuale identificando come buzz word, la parola opportunità da cogliere mano a mano che il mercato evolve. La situazione delle materie prime cambia ogni giorno ed è aggravata dal rincaro del costo dei trasporti. Ma c’è una buona notizia, il ritorno delle fiere in presenza consentirà di tornare a fare toccare con mano ai clienti applicazioni stampate e tecnologie.

L’integrazione digitale nelle aziende è stata accelerata dalla necessità causata dalla pandemia, ma secondo Giorgio Bavuso, Direttore Commercial and Industrial Printing Ricoh Italia oggi c’è il desiderio di riapertura completa anche da parte delle grandi multinazionali. La parola chiave per affrontare la situazione è porsi come consulenti, per aumentare la catena del valore. Gli eventi dal vivo sono una scommessa, basata sul desiderio delle persone di tornare alla normalità. Vasta gamma di soluzioni che coprono quasi tutte le applicazioni.