Una cornice prestigiosa – i sontuosi saloni dell’Hotel Principe di Savoia di Milano, vero e proprio concentrato di lusso, design e storia –  ha fatto da sfondo quest’anno all’interessante convegno Wine&Design, organizzato da UPM Raflatac, sponsorizzato da Luxoro, che si è svolto lo scorso 23 novembre con l’obiettivo di fare il punto sulle innovazioni nell’ambito delle etichette dei vini: non soltanto per quanto attiene ai supporti, alle tecniche di stampa e di nobilitazioni ma anche sul versante della comunicazione e del design. Media partner dell’evento, la nostra rivista Print, che nel primo numero del 2019 pubblicherà un approfondito report del convegno.

Un pubblico selezionatissimo – titolari di prestigiose cantine e di importanti etichettifici, art director di agenzie internazionali, designer, manager, giornalisti – ha avuto la possibilità di conoscersi, confrontarsi, condividere cibo di altissimo livello, ma soprattutto ascoltare gli interventi degli speaker, brillantemente moderati da Emanuele Posenato, tra i più importanti e noti esperti del settore grafico e cartotecnico.

L’eterno fascino dell’oro

A inaugurare il convegno è stato Gianni Azzaretti, Brand Ambassador Luxoro, che ha sottolineato l’importanza per le aziende di costruire un vero e proprio racconto attraverso l’etichetta. “L’oro” ha detto Azzaretti “è il più importante richiamo attrattivo per gli occhi: se l’oro asseconda il piacere della vista, il cliché compiace il tatto, se l’oro è la trama il cliché è la parola, dunque il vero protagonista del racconto”. “È giunto il momento di cominciare a comunicare l’oro in maniera diversa”, ha detto Jana Kokrhanek, amministratore delegato di Luxoro, “una foglia da sola non basta più: attraversiamo un tempo storico in cui la bellezza chiede di venire fuori ma perché questo accada, perché l’etichetta si trasformi in una superficie tattile, ci vuole un cliché”.

Nobilitazioni a prova di sensi

In che modo le carte e le nobilitazioni possono rendere espressive le etichette e dunque influenzare la scelta di un vino? A fornire una risposta a questa domanda che tanto preoccupa le aziende sono oggi le tecniche del neuromarketing, in grado di misurare le reazioni emotive attraverso metodologie legate alle scoperte delle neuroscienze e l’utilizzo di tecnologie come l’Eye Tracker e il Brain Tracker. Particolarmente apprezzata perché di grande interesse in questo momento è stata la ricerca presentata da Andrea Ciceri e Giulia Songa, rispettivamente presidente e ceo di Sense Catch. I due ricercatori, insieme con l’art director Stefano Torregrossa, hanno presentato i risultati di una ricerca qualitativa, realizzata grazie alle tecnologie di stampa messe a disposizione da Rotas Italia, svolta su un campione di trenta consumatori allo scopo di individuare nobilitazioni, carte e combinazioni cromatiche più adatte ad attrarre lo sguardo e le emozioni di potenziali consumatori.

Misurare le emozioni col neuromarketing

“Per la prima volta”, ha spiegato Stefano Torregrossa, “attraverso una ricerca che si concentra su poche, precise variabili (una bottiglia bordolese classica, un’etichetta quadrata, un nome di fantasia di un vino rosso senza annata né prezzo) possiamo mettere a punto, grazie alle tecniche di neuromarketing, un insieme preciso di scelte relative a materiali, nobilitazioni, design, indispensabili per chi progetta e disegna etichette”. Le etichette che hanno registrato migliore performance? Risultano vincenti, hanno spiegato i ricercatori, tutti i contrasti: nero/bianco,  opaco/lucido, liscio/ruvido, insomma finiture lucide esaltate da fondi opachi. Le carte più apprezzate? Opache ma materiche. E le nobilitazioni? Non ci sono dubbi: vincono quando sono in rilievo (cliché, vernice braille, liquid gold).

La passione per la bellezza

“Abbiamo un’appassionata ignoranza sul neuromarketing che però ci interessa sempre più e ci induce a investire”, ha detto Francesco Celante, presidente di Rotas Italia, 50 anni di esperienza nella stampa, alla guida di un’azienda con 3 stabilimenti produttivi e 34 linee di produzione. “Abbiamo un reparto di ricerca e sviluppo sul quale”, ha continuato Celante, “abbiamo investito più di 10 milioni di euro e assunto più ingegneri di una multinazionale tecnologica, perché Rotas è un’azienda di stampa votata alla bellezza e crediamo che se si guarda una cosa bella si sente meno dolore”.

Novità d’alta gamma firmate UPM

A presentare le novità firmate UPM è stato Stefano Pistoni, Business Development Manager, Wine & Spirits UPM Raflatac, che ha illustrato le caratteristiche e le performance dei nuovi adesivi (RH30, RH365) a base gomma, prodotti allo scopo di risolvere problemi applicativi e funzionali, e rispondere a specifiche esigenze dei trasformatori. Pistoni ha poi presentato la Reverie Collection 2018, una nuova selezione di carte di alta gamma particolarmente adatte a trattamenti di embossing e debossing e ideali per applicazioni wine&spirits e, nello specifico, per l’etichettatura di prodotti destinati al frigo o al secchiello, con un’alta resistenza all’ingrigimento.

Il futuro è tra noi: drinking goes mindful

Per finire ha preso la parola Spiros Malandrakis, personaggio di calibro internazionale, che ha tenuto uno degli interventi più interessanti del convegno. Vero e proprio guru del settore, Industry Manager di Euromonitor International, tra i più importanti analisti del mondo nel segmento delle bevande alcoliche, giornalista di altissimo profilo editoriale (ricercato collaboratore di Bloomberg, della BBC, The Independent, Financial Times, Reuters, Time, WSJ, del canale CNBC) Malandrakis si è spinto nel territorio delle previsioni suggerendo possibili sviluppi dell’intero segmento degli alcoholic drink.

 

“L’alba di un nuovo giorno è alle porte”, ha annunciato Malandrakis facendo riferimento a nuove, sorprendenti esperienze: come le etichette che sfruttano la realtà aumentata, le tante performance in 3D, le degustazione arricchite dall’interazione digitale, fino alle nuove formule delle bevande che si affermeranno nel mondo (ibride o con meno alcool proposte in pack di dimensioni sempre più ridotte). “Tutte queste novità saranno possibili”, ha precisato Malandrakis”, se manterremo alta la capacità di raccontare storie attraverso le etichette”. Ma le storie – sia ben chiaro – dovranno confrontarsi con la nostra contemporaneità, essere cioè inserite nel mondo multipolare, sganciate da vecchi stereotipi e correlate a un’agenda di marketing che non potrà negare le nuove tematiche alle quali dobbiamo aprirci. Quali? Sono tante: dalla diffusa sensibilità ambientale ai diritti LGBT, fino ai problemi posti dalla legalizzazione della cannabis che sta creando disinteresse per l’alcool, e ha già indotto Heineken a lanciare una birra alla marijuana e senza alcol. Per non parlare degli stili di vita – ancora tutti da esplorare – della generazione zeta, del lento e deciso affermarsi del vino in lattina, dei vini cinesi, delle bevande ibride (vino al cioccolato oppure alla vaniglia) fino ai nuovi modi di vendere Gin, Cognac, Vodka. “Insomma tutto sta per cambiare o forse” ci ha avvertito Spiros Malandrakis “tutto è già cambiato”.